Io sono un ladro di bestiame felice

Editrice Il Castoro, Milano, 2013

Penso che all’inizio mi son provato a raccogliere quel che mi piaceva. E ho provato a farlo con gli occhi. Ma non puoi goderne appieno perché a noi, specie a noi maschi non ci resta niente dentro (in memoria intendo).
Ecco dunque questo bisogno di riempire l’anima di cose, posti che mi erano piaciuti (ma anche magari mi avevano spaventato). Disegnare all’inizio è stato un po’ quello, dare una mano alla memoria., trasportare dal cuore alla carta, avere qualcosa di tangibile che mi riportasse ai luoghi. Poi diventi grande, capisci che è una scrittura questa, l’unica che si fa capire in tutto il mondo. È una magia, il disegno; ci si può parlare con tutti, raccontare con chiunque e ovunque.
Alla fine che mi importa d’avere un cavallo vero? Posso disegnarli e dunque prendermi tutti i cavalli, che dico, tutte le mandrie che voglio. Ecco fin dall’inizio e ancora adesso non sono stato altro che un ladro di bestiame (felice).


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